Dopo la tremenda tempesta di vento (ormai definito un vero ciclone extratropicale) che ha colpito nell'ottobre del 2018 principalmente, ma non solo, le valli del Trentino nord orientale e l'Alto Adige, molte comunità si misero rapidamente all'opera per garantire la rimozione delle centinaia di migliaia di tronchi sradicati al suolo e la pulizia del bosco.
Ma nell'area di passo Lavazè, siamo in valle di Fiemme a pochi chilometri da Cavalese, si decise subito di andare in controtendenza. Il locale responsabile forestale pensò che non valeva la pena affrontare un lungo, impegnativo e costoso lavoro per togliere tutti quei tronchi ammucchiati a terra, quando gli stessi potevano invece fungere da riparo naturale contro le valanghe di neve, che da sempre rappresentano un serio pericolo per tutta la zona. Oltretutto l'invasivo intervento di pulizia del terreno da tronchi secolari ed enormi radici, con ruspe, motoseghe e grossi camion da trasporto, avrebbe irreparabilmente danneggiato le numerose piccole conifere che già stavano ricrescendo, punteggiando di verde il suolo profondamente ferito.
i tronchi a terra come fermavalanghe.
Già quando in zona nel 2019 scese un metro e mezzo di neve il fermavalanghe naturale funzionò alla perfezione.
Il comune avrebbe ricavato circa centomila euro dalla vendita del legname di recupero, ma così risparmiò più di duemilioni di euro che sarebbero stati necessari per realizzare i nuovi paravalanghe, oltre al costo del rimboschimento.
Simili esempi in Svizzera e nel Cadore hanno dimostrato di poter essere efficaci. Le conifere dunque, anche sradicate al suolo, possono assumere una straordinaria utilità per il territorio.
Il terribile bostrico.
Trascorsi ormai più di cinque anni dalla catastrofe naturale di Vaia, la val di Fiemme, più di altre, sta ancora facendo i conti con la devastante tempesta. Adesso è l'epidemia di bostrico, il coleottero che attacca le piante di Abete Rosso indebolite dal tifone, a preoccupare ed a chiazzare di giallo i versanti boschivi. Oltretutto il clima eccezionalmente caldo degli ultimi anni ha dato maggiore forza all'insetto. Per questo i boschi della val di Fiemme, principalmente popolati di Abeti Rossi, registrano particolare sofferenza e fanno più fatica a riprendersi. La ferita di Vaia in Trentino continua a far male mentre gli eventi estremi si susseguono sempre più numerosi e violenti e preoccupano i sapiens. (FF)
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