Lo stile di vita dei sapiens - che consumano compulsivamente - si caratterizza per l'assenza di compromessi e relazioni con le altre specie viventi e con l'ambiente circostante. Un modello antropocentrico che vorrebbe dominare il mondo vegetale (ed animale) ed attraverso cui abbiamo modificato i territori ed inquinato aria, acqua e terra.
Se questo è evidente per far partire qualunque cambiamento è ormai chiaro che serve intraprendere un modo diverso di guardare ed interagire con la Natura introducendo un concetto molto semplice: la Natura è un organismo vivente da concepire nella sua totalità e noi ne facciamo parte. E' insomma necessario retrocedere dall'assunto che noi sapiens siamo al di sopra di tutto e che per realizzare il nostro benessere abbiamo il diritto di trasformare il resto del creato in oggetti da consumare. Il nostro senso di onnipotenza ci ha trasformati in padroni della Natura rinunciando a percepire il mondo come un tutto e per questo pagando oggi un prezzo molto alto che ha portato alla distruzione di ciò che nell'ecosistema concorre all'equilibrio in cui si è potuta formare la vita.
Mentre nelle metropoli gli alberi e le piante ci appaiono spesso come degli oggetti di arredo urbano, nel bosco è più facile comprenderne la loro natura ed il loro mondo di relazioni. Mentre la matrice profonda della vita umana sta nelle correlazioni tra specie diverse (biodiversità), l'esistenza chiusa fra condomini di cemento ci ha fatto dimenticare che noi dipendiamo completamente dalle piante che ci danno energia, ossigeno e medicine e che migliaia di ettari quadrati di foglie lavorano ogni giorno, attraverso il miracolo della fotosintesi, producendo ciò che come l'ossigeno è essenziale per la nostra esistenza.
PIANTE, ORTI E FITONCIDI
Se dobbiamo fare tesoro della nostra esperienza in Solerbe e nella coltivazione delle erbe officinali certamente fare l'orto (che sia esso a scopo alimentare o curativo/officinale) è una fra le cose più immediate ed economiche. Scientificamente fare l'orto contribuisce al nostro benessere psicofisico, rallentando i ritmi, riducendolo lo stress e migliorando il sistema immunitario. Pensiamo a quanti terreni, aiuole ed appezzamenti abbandonati potrebbero in breve tempo trasformarsi in tate città a tutte le latitudini in orti produttivi migliorando la qualità alimentare sulle nostre tavole. Questo processo chiamerebbe inoltre in causa tutto il mondo agricolo non certo avulso da pesanti responsabilità sulla situazione climatica per scelte agricole improntate all'industrializzazione, alle monoculture ed alla quantità spinta a svantaggio della qualità. Non dimentichiamo a questo proposito che gli agricoltori con i loro comportamenti potrebbero cambiare il mondo in tre giorni (vedi la battaglia sul latte del 2010). Negli orti e nei boschi le relazioni con le piante mettono inoltre in moto lo scambio di importanti sostanze volatili come i fitoncidi, con sorprendenti effetti terapeutici per tutto il mondo dei sapiens.
I fitoncidi vengono quotidianamente utilizzati dagli alberi per comunicare e dimostrano che il mondo vegetale non vive una vita ferma e silenziosa, caso mai siamo noi che non riusciamo ad intercettarla e decifrarla.
L'importante è capire che il modello che la nostra società sta percorrendo non è l'unico e non è certo il migliore. Ci sono tante vie possibili, ma al centro deve ritornare la capacità di aprirsi all'esperienza degli altri esseri viventi, piante in primis che da 500 milioni di anni lavorano per la vita e ci precedono nell'evoluzione.
Bene, la primavera è nel suo pieno vigore, le nostre coltivazioni, le piante, l'orto e tutto quanto ci donerà ricchezza (quella vera) ci chiede attenzione. I nostri post si diradano fino all'autunno, quando speriamo di ritrovarvi tutti per condividere i nuovi raccolti.
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